Cagliari 2009-01-30

Osservatorio annuale - Regione Sardegna

Nel 2008 il reddito pro capite in Sardegna si attesta a 14.778 Euro con un incremento del +4,5% che è stato il maggiore dell’aera meridionale.
La spesa per beni durevoli diminuisce dell’8,6% (media nazionale: -8%).
Crolla più che in Italia la spesa per le auto nuove (-17,9%); tengono l’informatica (+0,8%) e i mobili (+0,4%).
Cagliari è al primo posto per sviluppo della GDO (con 5 ipermercati, 7 Grandi Superfici Integrate e 58.800 mq di superficie totale di vendita) ed i più alti consumi complessivi di beni durevoli.
Nuoro è la provincia con il più al livello di reddito disponibile, mentre Oristano quella che ha registrato il maggior incremento in corso d’anno.

Questi sono i principali risultati della quindicesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Sardegna, presentato oggi a Cagliari. Nel 2008, la spesa complessiva per l’acquisto di beni durevoli si è attestata a 1.566 milioni di Euro (-8,6% rispetto ai 1.714 Euro del 2007): il dato evidenzia come, in Sardegna, la contrazione dei consumi sia leggermente superiore al calo dei consumi registrato nel resto del Paese (media italiana: -8%).
I settori di spesa
• Auto e moto – Per quanto riguarda i singoli settori di spesa, si nota come il comparto auto e moto, pur rappresentando la maggiore voce di spesa per le famiglie sarde, abbia subito un calo estremamente significativo: nel 2008 sono stati spesi 544 milioni di Euro per l’acquisto di auto nuove (-17,9% rispetto all’anno passato), 314 milioni destinati all’usato (-5,7% sul 2007) e, infine, 41 milioni per i motoveicoli (-9,2%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).
• Mobili – Un’altra forte componente sul fronte dei consumi registrati in Sardegna è stata rappresentata, nel 2008, dall’acquisto di mobili per la casa: il comparto chiude l’anno con un risultato in linea con il 2007, facendo segnare una crescita dello 0,4% per una totale di 450 milioni di Euro. Si tratta di un dato migliore rispetto a quanto fatto registrare nel resto del Paese, dove la contrazione complessiva dei consumi rispetto al 2007 per questo tipo di beni durevoli si valuta attorno allo 0,2%.
• Elettrodomestici – Per quanto riguarda l’acquisto di elettrodomestici, i dati forniscono un quadro diversificato: se, infatti, gli elettrodomestici bianchi e piccoli hanno mostrato contrazione contenuta, facendo segnare un -1,9% rispetto al 2007 per una spesa complessiva di 96 milioni di Euro, gli elettrodomestici bruni, al contrario, hanno registrato un calo significativo, del 5,5% (per a una spesa complessiva di 97 milioni di Euro).
• Prodotti Informatici – Il risultato migliore tra i beni durevoli lo fa registrare in Sardegna il settore dei prodotti informatici, che è cresciuto dello 0,8% sul 2007 attestandosi a quota 25 milioni di Euro.
Complessivamente nel 2008 la spesa per beni durevoli ha mostrato in questa regione un andamento molto vicino alla media nazionale (-8%), con una riduzione dell’8,6%. Solo il mercato del mobile e quello dell’informatica hanno mantenuto i livelli raggiunti nel 2007, mentre tutte le altre voci di spesa hanno presentato una riduzione che va da un massimo del -17,9% per l’acquisto di auto nuove, a un minimo di -1,9% per l’acquisto di elettrodomestici bianchi e piccoli.

I livelli di reddito e consumo pro capite risultano superiori alla media del Mezzogiorno (928 Euro di reddito in più per abitante), grazie all’elevato apporto del turismo, che incrementa la ricchezza della regione e la spesa per consumi dei non residenti. Tuttavia, il differenziale negativo con la media italiana, in particolare in termini di reddito pro capite, resta ampio: il reddito per abitante si posiziona, infatti, in Sardegna a 14.778 Euro, rispetto ai 18.442 Euro medi nazionali.

Le province
Nuoro si conferma la provincia più ricca, attestandosi a quota 16.252 Euro per reddito pro capite (erano 15.505 Euro nel 2007) con una crescita del 4,8% rispetto all’anno passato. Meno sostenuto l’incremento del reddito disponibile a Sassari che, con 15.562 Euro, fa segnare un aumento del 4,2% rispetto all’anno passato, quando il reddito disponibile per abitante era di 14.930 Euro. Terzo posto a Cagliari, che passa dai 13.725 Euro del 2007 ai 14.346 Euro (+4,5%) del 2008. Chiude la classifica Oristano, con 12.583 euro nel 2008 e una crescita del 5.0% rispetto agli 11.988 Euro nel 2007.
Le cifre del comparto mobili hanno inciso maggiormente sui bilanci familiari, dopo le spese per auto nuove. Cagliari è la realtà più consistente, in termini di volumi di spesa, con 211 milioni di Euro destinati a questo genere di beni durevoli; seguono Sassari (132 milioni), Nuoro (62 milioni) e Oristano (45 milioni).
I circa 96 milioni di Euro di elettrodomestici bianchi e piccoli acquistati in Sardegna sono così suddivisi: 45 milioni sono stati spesi a Cagliari, contro i 29 milioni di Sassari. Seguono Nuoro (17 milioni) e Oristano (a quota 6 milioni).
Per quanto riguarda l’acquisto di elettrodomestici bruni, è sempre Cagliari a mantenere la testa della classifica dei consumi con 46 milioni di Euro. Seguono Sassari, con 27 milioni di Euro, Nuoro con 18 milioni e Oristano (6milioni).
Il comparto informatica, infine, che nel complesso in Sardegna nel 2008 valeva circa 25 milioni di Euro, ha registrato consumi complessivi di circa 12 milioni di Euro a Cagliari, 8 milioni a Sassari, 4 milioni a Nuoro e 2 milioni a Oristano.
Interessante è, poi, il fatto la provincia sarda caratterizzata dal più elevato livello di spesa familiare per durevoli sia Sassari (2.421 Euro), per il primato detenuto nell’acquisto di auto nuove (882 Euro) e di moto (74 Euro). Da notare, infine, come l’unica città che possa vantare uno sviluppo consistente della grande distribuzione sia Cagliari, con cinque Ipermercati, sette Grandi Superfici Integrate (ovvero esercizi di vendita al dettaglio con caratteristiche analoghe a un ipermercato) e una superficie totale di vendita di 58.800 mq; al secondo posto Sassari, con un solo
ipermercato e sei Grandi Superfici Integrate, per una superficie totale di vendita di 27.800 mq. Seguono Nuoro e Oristano, ciascuna con rispettivamente una sola Grande Superficie Integrata da 3.500 mq.

Conclusioni
La regione ha evidenziato una contrazione del PIL reale che pone questa regione a livello intermedio tra l’Italia e il Mezzogiorno. Decisamente più accentuata della media italiana è risultata, invece, la riduzione in termini reali della spesa per consumi e degli investimenti fissi lordi, mentre c’è stata una tenuta del commercio estero regionale.
Nel 2008 la spesa per beni durevoli ha mostrato in questa regione un andamento molto vicino alla media nazionale, con una riduzione dell’8,6%. Solo il mercato del mobile e quello dell’informatica hanno mantenuto i livelli raggiunti nel 2007, mentre tutte le altre voci di spesa hanno presentato una riduzione, che va da un massimo di 17,9% per l’acquisto
di auto nuove a un minimo di 1,9% per l’acquisto di elettrodomestici bianchi e piccoli.
In termini di spesa per famiglia, la variazione per l’intero aggregato per durevoli è più marcata (-10,4%): si tratta di una situazione che dipende dall’area della mobilità che, sia nel mercato dell’auto (nuovo: -19,5%, usato: -7,6%) che in quello dei motoveicoli (-11%) registra una caduta molto elevata e superiore a quella media italiana.
La percezione delle famiglie
A livello più generale anche in Sardegna i maggiori timori che gli abitanti della Regione evidenziano riguardano in primis il caro prezzi, seguono i fenomeni di criminalità e delinquenza che sono paventati soprattutto dalle famiglie con figli. Seguono gli episodi di malasanità a cui sono sensibili soprattutto i giovani. Al quarto posto si ritrova la paura di dover rinunciare all’attuale tenore di vita: un timore che riguarda le famiglie con figli e quanti percepiscono un reddito da lavoro dipendente. Segue le paura per le “ondate migratorie�? e poi la sensibilità all’emergenza rifiuti.
Il sistema Paese è vissuto più come un peso che come un’opportunità per superare una crisi che si percepisce come lunga e duratura e che gli italiani pensano di poter superare basandosi soprattutto sulle proprie forze.
Gli elementi che si ritiene incidano sul budget famigliare sono l’ascesa dei prezzi dei generi alimentari, i costi inerenti la casa, le tasse, le spese per i trasporti e la salute. Le colpe maggiori si attribuiscono ai negozianti che sono visti come l’anello finale della catena e al minor numero di servizi pubblici gratuiti.
Gli intervistati sono tuttavia in grado di fare una certa autocritica sulle abitudini che impediscono loro di risparmiare come l’attaccamento alla qualità dei prodotti, l’uso troppo disinvolto del telefonino, l’eccessiva frequenza nel cambio dei beni tecnologici e il consumo elevato dell’elettricità per far funzionare molti elettrodomestici.
I rimedi messi in campo per fronteggiare la crisi vertono nel 64% dei casi sul taglio delle spese di tutti i giorni, cui segue nel 50% dei casi la riduzione delle spese per vacanze e tempo libero. Il 34% afferma che cercherà lavori addizionali e il 21% si affida alla rateizzazione dei picchi di spesa. Il totale delle percentuali supera cento perché molti intervistati pensano di adottare contemporaneamente più misure.
Il 48% degli abitanti ritiene invece che occorra fin da ora attuare delle misure correttive del proprio budget. Circa un terzo degli italiani mostra invece resistenza a cambiare il proprio tenore di vita e il livello di reddito: si tratta di un pubblico femminile, oppure di persone con redditi autonomi, senza figli, che abitano in centri di piccole dimensioni. C’è poi un 7% d’intervistati, soprattutto giovani, che ritiene di essere in grado di poter aumentare le proprie entrate. Si tratta d’individui all’inizio della carriera professionale e disposti a trasferirsi.

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