Osservatorio annuale - Regione Sardegna
Nel 2008 il reddito pro capite in Sardegna si attesta a
14.778 Euro con un incremento del +4,5% che è stato il
maggiore dell’aera meridionale.
La spesa per beni durevoli diminuisce dell’8,6% (media
nazionale: -8%).
Crolla più che in Italia la spesa per le auto nuove (-17,9%);
tengono l’informatica (+0,8%) e i mobili (+0,4%).
Cagliari è al primo posto per sviluppo della GDO (con 5
ipermercati, 7 Grandi Superfici Integrate e 58.800 mq di superficie
totale di vendita) ed i più alti consumi complessivi di beni
durevoli.
Nuoro è la provincia con il più al livello di reddito
disponibile, mentre Oristano quella che ha registrato il maggior
incremento in corso d’anno.
Questi sono i principali risultati della quindicesima edizione
dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni
durevoli in Sardegna, presentato oggi a Cagliari. Nel 2008, la
spesa complessiva per l’acquisto di beni durevoli si è
attestata a 1.566 milioni di Euro (-8,6% rispetto ai 1.714 Euro del
2007): il dato evidenzia come, in Sardegna, la contrazione dei
consumi sia leggermente superiore al calo dei consumi registrato
nel resto del Paese (media italiana: -8%).
I settori di spesa
• Auto e moto – Per quanto riguarda i singoli settori
di spesa, si nota come il comparto auto e moto, pur rappresentando
la maggiore voce di spesa per le famiglie sarde, abbia subito un
calo estremamente significativo: nel 2008 sono stati spesi 544
milioni di Euro per l’acquisto di auto nuove (-17,9% rispetto
all’anno passato), 314 milioni destinati all’usato
(-5,7% sul 2007) e, infine, 41 milioni per i motoveicoli (-9,2%)
rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).
• Mobili – Un’altra forte componente sul fronte
dei consumi registrati in Sardegna è stata rappresentata, nel
2008, dall’acquisto di mobili per la casa: il comparto chiude
l’anno con un risultato in linea con il 2007, facendo segnare
una crescita dello 0,4% per una totale di 450 milioni di Euro. Si
tratta di un dato migliore rispetto a quanto fatto registrare nel
resto del Paese, dove la contrazione complessiva dei consumi
rispetto al 2007 per questo tipo di beni durevoli si valuta attorno
allo 0,2%.
• Elettrodomestici – Per quanto riguarda
l’acquisto di elettrodomestici, i dati forniscono un quadro
diversificato: se, infatti, gli elettrodomestici bianchi e piccoli
hanno mostrato contrazione contenuta, facendo segnare un -1,9%
rispetto al 2007 per una spesa complessiva di 96 milioni di Euro,
gli elettrodomestici bruni, al contrario, hanno registrato un calo
significativo, del 5,5% (per a una spesa complessiva di 97 milioni
di Euro).
• Prodotti Informatici – Il risultato migliore tra i
beni durevoli lo fa registrare in Sardegna il settore dei prodotti
informatici, che è cresciuto dello 0,8% sul 2007 attestandosi
a quota 25 milioni di Euro.
Complessivamente nel 2008 la spesa per beni durevoli ha mostrato
in questa regione un andamento molto vicino alla media nazionale
(-8%), con una riduzione dell’8,6%. Solo il mercato del
mobile e quello dell’informatica hanno mantenuto i livelli
raggiunti nel 2007, mentre tutte le altre voci di spesa hanno
presentato una riduzione che va da un massimo del -17,9% per
l’acquisto di auto nuove, a un minimo di -1,9% per
l’acquisto di elettrodomestici bianchi e piccoli.
I livelli di reddito e consumo pro capite risultano superiori alla
media del Mezzogiorno (928 Euro di reddito in più per
abitante), grazie all’elevato apporto del turismo, che
incrementa la ricchezza della regione e la spesa per consumi dei
non residenti. Tuttavia, il differenziale negativo con la media
italiana, in particolare in termini di reddito pro capite, resta
ampio: il reddito per abitante si posiziona, infatti, in Sardegna a
14.778 Euro, rispetto ai 18.442 Euro medi nazionali.
Le province
Nuoro si conferma la provincia più ricca, attestandosi a
quota 16.252 Euro per reddito pro capite (erano 15.505 Euro nel
2007) con una crescita del 4,8% rispetto all’anno passato.
Meno sostenuto l’incremento del reddito disponibile a Sassari
che, con 15.562 Euro, fa segnare un aumento del 4,2% rispetto
all’anno passato, quando il reddito disponibile per abitante
era di 14.930 Euro. Terzo posto a Cagliari, che passa dai 13.725
Euro del 2007 ai 14.346 Euro (+4,5%) del 2008. Chiude la classifica
Oristano, con 12.583 euro nel 2008 e una crescita del 5.0% rispetto
agli 11.988 Euro nel 2007.
Le cifre del comparto mobili hanno inciso maggiormente sui bilanci
familiari, dopo le spese per auto nuove. Cagliari è la
realtà più consistente, in termini di volumi di spesa,
con 211 milioni di Euro destinati a questo genere di beni durevoli;
seguono Sassari (132 milioni), Nuoro (62 milioni) e Oristano (45
milioni).
I circa 96 milioni di Euro di elettrodomestici bianchi e piccoli
acquistati in Sardegna sono così suddivisi: 45 milioni sono
stati spesi a Cagliari, contro i 29 milioni di Sassari. Seguono
Nuoro (17 milioni) e Oristano (a quota 6 milioni).
Per quanto riguarda l’acquisto di elettrodomestici bruni,
è sempre Cagliari a mantenere la testa della classifica dei
consumi con 46 milioni di Euro. Seguono Sassari, con 27 milioni di
Euro, Nuoro con 18 milioni e Oristano (6milioni).
Il comparto informatica, infine, che nel complesso in Sardegna nel
2008 valeva circa 25 milioni di Euro, ha registrato consumi
complessivi di circa 12 milioni di Euro a Cagliari, 8 milioni a
Sassari, 4 milioni a Nuoro e 2 milioni a Oristano.
Interessante è, poi, il fatto la provincia sarda
caratterizzata dal più elevato livello di spesa familiare per
durevoli sia Sassari (2.421 Euro), per il primato detenuto
nell’acquisto di auto nuove (882 Euro) e di moto (74 Euro).
Da notare, infine, come l’unica città che possa vantare
uno sviluppo consistente della grande distribuzione sia Cagliari,
con cinque Ipermercati, sette Grandi Superfici Integrate (ovvero
esercizi di vendita al dettaglio con caratteristiche analoghe a un
ipermercato) e una superficie totale di vendita di 58.800 mq; al
secondo posto Sassari, con un solo
ipermercato e sei Grandi Superfici Integrate, per una superficie
totale di vendita di 27.800 mq. Seguono Nuoro e Oristano, ciascuna
con rispettivamente una sola Grande Superficie Integrata da 3.500
mq.
Conclusioni
La regione ha evidenziato una contrazione del PIL reale che pone
questa regione a livello intermedio tra l’Italia e il
Mezzogiorno. Decisamente più accentuata della media italiana
è risultata, invece, la riduzione in termini reali della spesa
per consumi e degli investimenti fissi lordi, mentre c’è
stata una tenuta del commercio estero regionale.
Nel 2008 la spesa per beni durevoli ha mostrato in questa regione
un andamento molto vicino alla media nazionale, con una riduzione
dell’8,6%. Solo il mercato del mobile e quello
dell’informatica hanno mantenuto i livelli raggiunti nel
2007, mentre tutte le altre voci di spesa hanno presentato una
riduzione, che va da un massimo di 17,9% per l’acquisto
di auto nuove a un minimo di 1,9% per l’acquisto di
elettrodomestici bianchi e piccoli.
In termini di spesa per famiglia, la variazione per l’intero
aggregato per durevoli è più marcata (-10,4%): si tratta
di una situazione che dipende dall’area della mobilità
che, sia nel mercato dell’auto (nuovo: -19,5%, usato: -7,6%)
che in quello dei motoveicoli (-11%) registra una caduta molto
elevata e superiore a quella media italiana.
La percezione delle famiglie
A livello più generale anche in Sardegna i maggiori timori
che gli abitanti della Regione evidenziano riguardano in primis il
caro prezzi, seguono i fenomeni di criminalità e delinquenza
che sono paventati soprattutto dalle famiglie con figli. Seguono
gli episodi di malasanità a cui sono sensibili soprattutto i
giovani. Al quarto posto si ritrova la paura di dover rinunciare
all’attuale tenore di vita: un timore che riguarda le
famiglie con figli e quanti percepiscono un reddito da lavoro
dipendente. Segue le paura per le “ondate
migratorie�? e poi la sensibilità
all’emergenza rifiuti.
Il sistema Paese è vissuto più come un peso che come
un’opportunità per superare una crisi che si percepisce
come lunga e duratura e che gli italiani pensano di poter superare
basandosi soprattutto sulle proprie forze.
Gli elementi che si ritiene incidano sul budget famigliare sono
l’ascesa dei prezzi dei generi alimentari, i costi inerenti
la casa, le tasse, le spese per i trasporti e la salute. Le colpe
maggiori si attribuiscono ai negozianti che sono visti come
l’anello finale della catena e al minor numero di servizi
pubblici gratuiti.
Gli intervistati sono tuttavia in grado di fare una certa
autocritica sulle abitudini che impediscono loro di risparmiare
come l’attaccamento alla qualità dei prodotti,
l’uso troppo disinvolto del telefonino, l’eccessiva
frequenza nel cambio dei beni tecnologici e il consumo elevato
dell’elettricità per far funzionare molti
elettrodomestici.
I rimedi messi in campo per fronteggiare la crisi vertono nel 64%
dei casi sul taglio delle spese di tutti i giorni, cui segue nel
50% dei casi la riduzione delle spese per vacanze e tempo libero.
Il 34% afferma che cercherà lavori addizionali e il 21% si
affida alla rateizzazione dei picchi di spesa. Il totale delle
percentuali supera cento perché molti intervistati pensano di
adottare contemporaneamente più misure.
Il 48% degli abitanti ritiene invece che occorra fin da ora
attuare delle misure correttive del proprio budget. Circa un terzo
degli italiani mostra invece resistenza a cambiare il proprio
tenore di vita e il livello di reddito: si tratta di un pubblico
femminile, oppure di persone con redditi autonomi, senza figli, che
abitano in centri di piccole dimensioni. C’è poi un 7%
d’intervistati, soprattutto giovani, che ritiene di essere in
grado di poter aumentare le proprie entrate. Si tratta
d’individui all’inizio della carriera professionale e
disposti a trasferirsi.
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