L'Osservatorio Auto 2016 elaborato da Findomestic con una
ricerca in 15 Paesi e 4 continenti, evidenzia un automobilista
pronto a recepire le novità tecnologiche del mercato.
Garantire maggiore sicurezza, ridurre consumi e traffico: sono
queste le sfide determinanti per l'affermazione di un’auto
sempre più connessa e capace di elaborare dati per
“decidere” al posto del conducente.
Milano, 14 giugno 2016_Findomestic presenta, nel suo 10°
rapporto annuale sui trend della mobilità automobilistica, uno
studio effettuato in 15 Paesi, 4 continenti, intervistando oltre
8500 automobilisti che hanno acquistato una vettura nuova nel corso
degli ultimi cinque anni.
In un contesto in cui la digitalizzazione ha oramai investito
anche il mondo automotive promettendo di modificare lo status
dell’automobile e dell’automobilista, si tratteggia un
guidatore sempre più evoluto tecnologicamente, capace di
gestire l’interazione auto-device, attento e interessato alle
trasformazioni che stanno modificando il settore
automobilistico.
L’auto connessa rappresenta per gli automobilisti italiani
e del resto del mondo soprattutto un progresso in termini di
comfort (84% vs 83% della media mondiale ) e un mezzo per
risparmiare tempo (83% vs l’81% della media mondiale).
Gli automobilisti sono tuttavia ben consapevoli che tali
miglioramenti tecnologici avranno un costo: il 78% a livello
mondiale ritiene che l’automobile connessa sia un
«veicolo costoso», problema avvertito meno in Italia dove
sono 64 su 100 ad associare l’auto connessa ad una spesa
importante.
L'utilizzo di strumenti di connettività per il guidatore
è ormai un'abitudine universale.
L'86% degli automobilisti a livello mondiale, il 90% nel nostro
Paese, dichiara, infatti, di ricorrere ad un supporto alla guida
per pianificare i propri spostamenti.
In Italia lo strumento di navigazione più utilizzato è
lo smartphone, indispensabile per l'81% degli automobilisti a
fronte di una media mondiale del 69%.
Tra le opportunità offerte dalla connettività, la
pubblicità contestualizzata è un’opportunità
che interessa il 57% del campione mondiale con significative
variazioni tra Paese e Paese: mentre l'87% dei cinesi ambisce a
ricevere offerte pubblicitarie personalizzate, il 39% degli
italiani mostra delle riserve ad una intrusione commerciale mentre
si guida.
Per l'89% degli intervistati la connettività è
strettamente correlata ad evitare furti ed a gestire al meglio i
tagliandi dei veicoli, ma anche la sicurezza di poter rilevare
ostacoli e pedoni è un vantaggio rilevante per l'86% degli
automobilisti. Dati che non discostano da quelli rilevati in Italia
e nei principali Paesi europei.
L'auto connessa piace ma per il 53% degli automobilisti a
livello mondiale – 45% in Italia – non è uno
stimolo sufficiente ad incrementarne l'utilizzo, anzi per il 13%
degli Italiani sembra essere un incentivo ad usare meno
frequentemente la vettura.
Dalla vettura connessa alla vettura a guida autonoma il passo
sembra essere breve per moltissimi guidatori visto che il 75% nel
mondo, 79% in Italia, ritiene che sarà una realtà.
Una realtà molto vicina, poiché l'81% confida che arrivi
entro 10 anni e il 52% entro 5 anni.
Vi sono Paesi più "tradizionalisti" che si dimostrano
più prudenti: il 70% dei tedeschi non vede circolare auto a
guida autonoma prima del 2020, mentre tra gli "ottimisti" possiamo
annoverare gli italiani; Il 69% l'aspetta entro 5 anni.
Il "non guidare" seduce mediamente il 55% del campione con
percentuali record nei Paesi emergenti: il 91% dei cinesi mostra
entusiasmo per la vettura a guida autonoma, primeggiando davanti
all'81% della Turchia ed al 73% del Brasile.
L'Italia con il suo 65% è il primo tra i Paesi occidentali,
mentre particolarmente affezionati a tenere il volante sono gli US
dove solo il 32% risulta affascinato da questo genere di
vetture.
La guida automatizzata apre spazi ad altre attività: il 48%
ritiene che la vettura sarà uno spazio dedicato al
divertimento - e questo vale anche per il 40% degli italiani - ma
anche un luogo conviviale con cui parlare con gli altri passeggeri
per il 40% (35% in Italia), oppure un posto in cui lavorare per il
25% del campione (23% degli italiani).
Il 40% degli americani ed il 37% degli italiani ritiene
però che un occhio alla strada sia meglio darlo, al contrario
di giapponesi, cinesi e turchi che rispettivamente all'85%, 88% e
81% si affidano totalmente alla tecnologia.
In questo contesto le aziende specialiste nel mondo della
tecnologia sembrano avere possibilità di competere con i
tradizionali costruttori e sono legittimate dal 46% degli
automobilisti (44% in Italia) a “traghettarci”
dall’auto tradizionale all’auto autonoma.
Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una divisione netta
tra i Paesi a forte tradizione automobilistica e quelli
emergenti.
Sarà il fascino della Silicon Valley ma il 66% degli
automobilisti italiani ed il 55% di quelli internazionali è
pronto a dire "sì" ad una vettura Google o Apple; insomma i
tradizionali car makers faranno bene a non sottovalutare questi
nuovi attori della filiera automotive.